Questa mattina stavo pensando quando il benedetto Gesù restò tutto slogato sulla croce, e dicevo tra me:
“Ah, Signore, quanto fosti compenetrato da questa sì atroce sofferenza, e come l’anima vostra dovette restarne afflitta!”.
In questo mentre, quasi ombra, Gesù è venuto e mi ha detto:
“Figlia mia,
Io non Mi occupavo delle mie sofferenze, ma Mi occupavo dello scopo delle mie pene;
e siccome nelle mie pene vedevo compiuta la Volontà del Padre,
soffrivo e nel mio stesso soffrire trovavo il più dolce riposo,
perchè il fare la Volontà Divina ha questo bene, che mentre si soffre, vi si trova il più bel riposo.
Se si gode, e questo godere non è voluto da Dio, nello stesso godere vi si trova il più atroce tormento.
Anzi quanto più Mi avvicinavo al termine delle mie pene, sognavo di compire in tutto la Volontà del Padre, così Mi sentivo più alleggerito, ed il mio riposo si faceva più bello.
Oh,
quanto è diverso il modo che tengono le anime! Se soffrono od operano non hanno nè la mira del frutto che possono ricavare, nè l’adempimento della Volontà Divina;
si concentrano tutte nella cosa che fanno e, non vedendo i beni che possono guadagnare nè il dolce riposo che porta la Volontà di Dio, vivono infastidite e tormentate, e fuggono quanto più possono il patire e l’operare, credendo di trovare riposo, e vi restano più tormentate di prima”.
O Signor mio Gesù Cristo,
prostrata alla tua divina presenza,
supplico l’amorosissimo tuo cuore che voglia
ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24
ore,
in cui per nostro amore tanto volesti patire nel
corpo adorabile e nell’anima tua santissima fino
alla morte di croce.
Deh!
dammi aiuto, grazia, amore, profonda
compassione e intelligenza dei tuoi patimenti,
mentre ora medito l’Ora Ventunesima.
E per quelle che non posso meditare, ti offro la
volontà che avrei di farle, e intendo
intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono
costretta o ad applicarmi ai miei doveri o a
dormire.
Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa
intenzione, e fa che sia di profitto per me e per
molti come se effettivamente e santamente
eseguissi quanto desidererei praticare.
Intanto
grazie ti rendo, o mio Gesù, che per mezzo della
preghiera mi chiami all’unione con te, e per
piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua,
il tuo cuore, e con questo intendo pregare,
fondendomi tutta nella tua Volontà e nel tuo
amore; e stendendo le braccia per abbracciarti,
poggio la mia testa sul tuo Cuore ed incomincio.
Confitto Amor mio, mentre con Te prego, la forza rapitrice del tuo amore e delle tue pene mantiene fisso il mio sguardo su di Te, ma il cuore mi si spezza nel vederti tanto soffrire.
Tu spasimi d’amore e di dolore e le fiamme che bruciano il tuo Cuore si elevano tanto in alto, che stanno in atto d’incenerirti.
Il tuo amore contenuto è più forte della stessa morte, e Tu, volendolo sfogare, guardando il ladrone alla tua destra, lo rubi all’inferno.
Con la tua grazia gli tocchi il cuore e quel ladro è tutto mutato, Ti riconosce, Ti confessa per Dio, e tutto contrito dice:
“Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno”.
E Tu non esiti a rispondergli:
“Oggi sarai con Me in Paradiso”.
E così ne fai il primo trionfo del tuo amore.
Ma nel tuo amore vedo che non è al solo ladrone che rubi il cuore, ma anche a tanti morenti.
Ah! Tu metti a loro disposizione il tuo Sangue, il tuo amore, i tuoi meriti ed usi tutti gli artifizi e stratagemmi divini per toccare i loro cuori e rubarli tutti a Te.
Ma anche qui il tuo amore è contrastato.
Quante ripulse, quante sconfidenze, quante disperazioni!
È tanto il dolore, che di nuovo Ti riduce al silenzio.
Intendo, o mio Gesù, riparare per quelli che disperano della divina Misericordia in punto di morte.
Dolce Amor mio, ispira a tutti fiducia e confidenza illimitata in Te, specialmente a quelli che si trovano fra le strette dell’agonia, e in virtù di questa tua parola, concedi loro luce, forza e aiuto per poter morire santamente e volare da questa terra al Cielo.
Nel tuo santissimo Corpo, nel tuo Sangue, nelle tue piaghe, tutte, tutte contieni le anime, o Gesù.
Per i meriti dunque di questo tuo preziosissimo Sangue, non permettere che anche un’anima sola vada perduta.
Il tuo Sangue gridi ancora per tutte, insieme con la tua voce:
“Oggi sarete con Me in Paradiso”.
Mio Gesù,
Crocifisso straziato,
le tue pene aumentano sempre di più.
Ah,
su questa croce Tu sei il vero Re dei dolori!
Fra tante pene, nessun’anima Ti sfugge, anzi dai a ciascuna la tua propria vita. Ma il tuo amore si vede contrastato dalle creature, disprezzato, non curato, e, non potendo sfogare, si fa più intenso, Ti dà torture indicibili.
In queste torture va investigando che altro può dare all’uomo per vincerlo, e Ti fa dire:
“Vedi, o anima, quanto ti ho amato!
Se non vuoi aver pietà di te stessa,
abbi pietà almeno del mio amore!”.
Intanto, vedendo che non hai più che dargli, avendogli dato tutto, volgi il tuo languido sguardo alla tua Mamma.
Anch’Essa è più che morente per le tue pene, ed è tanto l’amore che la tortura, che la rende crocifissa al par di Te.
Madre e Figlio vi intendete, e Tu sospiri con soddisfazione e Ti conforti nel vedere che puoi dare alla creatura la tua Mamma.
E, considerando in Giovanni tutto il genere umano, con voce così tenera da intenerire tutti i cuori, dici:
“Donna, ecco il tuo figlio”
ed a Giovanni:
“Ecco la Madre tua”.
La tua voce scende nel suo Cuore materno, ed unita alle voci del tuo Sangue continua a dire:
“Madre mia,
ti affido tutti i miei figli;
tutto l’amore che senti per Me, sentilo per loro. Tutte le tue premure e tenerezze materne siano per i miei figli,
Tu Me li salverai tutti”.
La tua Mamma accetta.
Intanto le pene sono così forti che Ti riducono di nuovo al silenzio.
Intendo, o mio Gesù , riparare le offese che si fanno alla Santissima Vergine, le bestemmie e le ingratitudini di tanti che non vogliono riconoscere i benefizi che Tu hai fatto a tutti, dandocela per Madre.
Come possiamo noi ringraziarti di tanto benefizio?
Ricorriamo, o Gesù , alla tua stessa fonte e Ti offriamo il tuo Sangue, le tue piaghe, l’amore infinito del tuo Cuore.
O Vergine Santissima, quale non è la tua commozione nell’udire la voce del buon Gesù che Ti lascia a noi tutti per Madre.
Te ne ringraziamo, o Vergine benedetta, e, per ringraziarti come meriti, Ti offriamo gli stessi ringraziamenti del tuo Gesù .
O dolce Mamma, sii Tu la nostra Madre, prendi cura di noi e non permettere mai che Ti offendiamo anche menomamente.
Tienici sempre stretti a Gesù , con le tue mani legaci tutti, tutti a Lui, in modo da non potergli sfuggire più mai.
Con le tue stesse intenzioni, intendo per tutti riparare le offese che si fanno al tuo Gesù ed a Te, dolce Mamma mia.
O mio Gesù, mentre Te ne stai immerso in tante pene, Tu perori maggiormente la causa della salvezza delle anime.
Io però non me ne starò indifferente, ma come colomba voglio spiccare il mio volo sulle tue piaghe, baciarle, lenirle e tuffarmi nel tuo Sangue, per poter dire con Te:
Anime! Anime!
Voglio sostenere il tuo Capo trafitto e addolorato per ripararti e chiederti misericordia, amore e perdono per tutti.
Regna nella mia mente, o mio Gesù , e risanala in virtù delle spine che trafiggono la tua Testa, e non permettere che turbazione alcuna entri in me.
Fronte maestosa del mio Gesù ,
ti bacio:
attira tutti i miei pensieri a contemplarti, a comprenderti.
Occhi dolcissimi del mio Bene,
quantunque coperti di Sangue, guardatemi:
guardate la mia miseria, guardate la mia debolezza, guardate il povero mio cuore e fate che possa provare gli effetti mirabili del vostro sguardo divino.
Orecchi del mio Gesù,
sebbene assordati dagli insulti e dalle bestemmie degli empi, ma pure intenti ad ascoltarci, deh!
Ascoltate le mie preghiere e non disdegnate le mie riparazioni.
Sì, ascolta, o Gesù, il grido del mio cuore: allora si calmerà quando me lo avrai riempito del tuo amore.
Volto bellissimo del mio Gesù,
mostrati, fa’ che io Ti veda, affinchè da tutti e da tutto possa staccare il mio povero cuore.
La tua bellezza m’innamori continuamente e mi tenga sempre rapita in Te.
Bocca soavissima del mio Gesù,
parlami.
Risuoni sempre la tua voce in me e la potenza della tua parola distrugga tutto ciò che non è Volontà di Dio, che non è amore.
O Gesù, stendo le mie braccia al tuo collo per abbracciarti, e Tu, stendimi le tue per abbracciarmi.
Deh!
fa’, o mio Bene, che sia tanto stretto questo amplesso d’amore, che nessuna forza umana possa svincolarci.
E così abbracciati, io poggerò il mio volto sul tuo Cuore, e poi con fiducia bacerò le tue labbra, e Tu mi darai il tuo bacio di amore.
Così mi farai respirare il tuo alito dolcissimo, il tuo amore, il tuo Volere, le tue pene e tutta la tua Vita divina.
Spalle santissime del mio Gesù,
sempre forti e costanti nel patire per amor mio, date a me fortezza, costanza ed eroismo nel patire per amor suo.
O Gesù, non permettere che io sia incostante nell’amore, anzi fammi parte della tua immutabilità .
Petto infiammato del mio Gesù ,
dammi le tue fiamme; Tu non puoi più contenerle, ed il mio cuore con ansia le cerca attraverso quel Sangue e quelle piaghe.
Sono le fiamme del tuo amore, o Gesù, che più Ti tormentano.
O mio Bene, fammene parte.
Non Ti muove a compassione un’anima così fredda e povera del tuo amore?
Mani santissime del mio Gesù,
voi che avete creato il cielo e la terra, già siete ridotte a non potervi più muovere.
O mio Gesù, continua la tua creazione, la creazione dell’amore.
Crea in tutto il mio essere vita nuova, vita divina.
Pronunzia le tue parole sul povero mio cuore e trasformalo tutto nel tuo.
Piedi santissimi del mio Gesù,
non mi lasciate mai sola, fate che io corra sempre con voi e che io non faccia un sol passo da voi lontano.
Gesù, col mio amore e con le mie riparazioni, intendo ristorarti delle pene che Tu soffri nei tuoi santissimi piedi.
O mio Gesù crocifisso, adoro il Sangue tuo preziosissimo.
Bacio una per una le tue piaghe, intendendo profondere in esse tutto il mio amore, le mie adorazioni, le riparazioni più sentite.
Sia il tuo Sangue per tutte le anime, luce nelle tenebre, conforto nelle pene, forza nella debolezza, perdono nella colpa, aiuto nelle tentazioni, difesa nei pericoli, sostegno in morte e ali per trasportarle da questa terra al Cielo.
O Gesù, a te vengo, e nel tuo Cuore faccio il mio nido e la mia dimora.
Da dentro il tuo Cuore, o mio dolce Amore, chiamerò tutti a Te; e se qualcuno vorrà avvicinarsi per offenderti, io esporrò il mio petto e non permetterò che Ti ferisca, anzi lo chiuderò nel tuo Cuore, parlerò del tuo amore e farò convertire le offese in amore.
O Gesù,
non permettere ch’io esca giammai dal tuo Cuore, alimentami con le tue fiamme, dammi vita con la tua vita, per poterti amare come Tu stesso brami essere amato.
Penante Gesù, mentre stretta al tuo Cuore io mi sto abbandonata, numerando le tue pene, vedo che un tremito convulso invade la tua santissima Umanità;
le tue membra si dibattono come se uno si volesse distaccare dall’altro, e tra i contorcimenti per gli atroci spasimi,
Tu gridi forte:
“Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?”.
A questo grido tutti tremano, le tenebre si fanno più fitte, la impietrita Mamma impallidisce e sviene.
Mia Vita, mio Tutto, mio Gesù, che vedo?
Ah!, Tu sei vicino a morire.
Le stesse pene tanto a Te fedeli, stanno per lasciarti.
Ed intanto, dopo tanto patire, con immenso dolore, vedi le anime non tutte incorporate in Te, anzi scorgi che molte andranno perdute, e senti la dolorosa separazione di esse che si distaccano dalle tue membra.
E Tu, dovendo soddisfare la Divina Giustizia anche per loro, senti la morte di ciascuna e le stesse pene che soffriranno nell’inferno, e gridi forte a tutti i cuori:
“Non Mi abbandonate;
se volete più pene sono pronto,
ma non vi separate dalla mia Umanità.
Questo è il dolore dei dolori, è la morte delle morti.
Tutto il resto Mi sarebbe nulla, se non subissi la vostra separazione da Me.
Deh!
Pietà del mio Sangue, delle mie piaghe, della mia morte.
Questo grido sarà continuo ai vostri cuori: deh, non Mi abbandonate!”.
Amor mio, quanto mi dolgo insieme con Te!
Tu affanni, la tua santissima Testa cade già sul tuo petto, la vita Ti abbandona.
Mio Amore, mi sento morire.
Anch’io voglio gridare con Te, Anime! Anime!
Non mi distaccherò da questa croce, da queste piaghe, per chiederti anime, e se Tu vuoi, scenderò nei cuori delle creature, li circonderò delle tue pene affinchè non mi sfuggano.
E se mi fosse possibile, mi vorrei mettere sulla porta dell’inferno, per fare indietreggiare le anime ivi destinate e condurle al tuo Cuore.
Ma Tu agonizzi e taci, ed io piango la tua vicina morte.
O mio Gesù, Ti compatisco, stringo il tuo Cuore forte al mio, lo bacio e lo guardo con tutta la tenerezza di cui son capace.
E per darti un sollievo maggiore, faccio mia la tenerezza divina, e con questa intendo compatirti, cambiare il mio cuore in fiume di dolcezza e versarlo nel tuo, per raddolcire l’amarezza che provi per la perdita delle anime.
E’ doloroso purtroppo questo tuo grido, o mio Gesù; più che l’abbandono del Padre, è la perdita delle anime che si allontanano da Te, che fa sfuggire dal tuo Cuore questo doloroso lamento.
O mio Gesù, aumenta in tutti la grazia, affinchè nessuno si perda, e sia la mia riparazione a pro' di quelle anime che si dovrebbero perdere, perchè non vadano perdute.
Ti prego ancora,
o mio Gesù,
per questo estremo abbandono,
di dare aiuto a tante anime amanti, che per averle compagne nel tuo abbandono, par che le privi di Te,
lasciandole nelle tenebre.
Siano
o Gesù,
le pene di queste come preci che chiamino le anime a Te vicino e Ti sollevino nel tuo dolore.
Mio amabile Gesù, tu mi hai chiamata in quest’Ora della tua
passione a tenerti compagnia, ed io son venuta.
Mi parve di vederti
angosciato e dolente, pregare, riparare e patire, e con le voci le più
tenere ed eloquenti perorare la salvezza delle anime.
Ho cercato di
seguirti in tutto e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazioni,
sento il dovere di dirti un Grazie e un Ti benedico.
Sì, o Gesù, Grazie ti ripeto le mille e mille volte, e ti lodo e benedico
per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti.
Grazie
e Ti benedico per ogni goccia di sangue che hai versato, per ogni
tuo respiro, palpito, passo, parola, sguardo, e per ogni amarezza
e offesa che hai sopportato.
Per tutto, o mio Gesù, intendo segnarti
con un Grazie e un Ti benedico.
Deh, o Gesù fa che tutto il mio essere ti mandi un flusso continuo
di ringraziamenti e benedizioni, in modo da attirare su di
me e su tutti il flusso delle tue grazie e benedizioni!
Deh, o Gesù stringimi al tuo cuore colle tue santissime mani
e segna tutte le particelle del mio essere col tuo Ti benedico, per
fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo verso
di te!
Perciò mi lascio in te, per seguirti in ciò che farai; anzi opererai
tu stesso per me.
Ed io, fin d’ ora, lascio i miei pensieri in te
per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia,
il palpito per dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che non ti
danno gli altri; le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti
gli onori e la stima che ti tolgono i tuoi nemici con gli insulti, sputi
e schiaffi, e tutto il mio essere per guardia.
Dolce mio Amore, sebbene debbo attendere alle mie occupazioni,
resto nel tuo cuore; ho paura d’uscirne. Tu mi terrai in te,
non è vero?
I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno
insieme in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile
con te.
Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo
palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al
tuo cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco,
affinché io, sentendoti, mi lasci subito tirare all’unione con te.
Deh, mio Gesù!
Dammi il bacio del divino amore, abbracciami
e benedicimi; io ti bacio nel dolcissimo tuo cuore, e mi resto in te.
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