Che voce tonante ha Gesù!
Si spande nell’aria tepida e cheta come voce di un bronzo percosso, si propaga in
onde sul mare di volti che lo guardano da ogni direzione.
Io dico che sono delle centinaia di persone quelle che circondano Gesù che ascende, coi più diletti, verso la
cima dell’Uliveto. Ma Gesù, giunto vicino al campo dei Galilei, vuoto di tende in questo periodo fra l’una a
l’altra festa, ordina ai discepoli:
«Fate fermare la gente dove è, e poi seguitemi».
Sale ancora, sino alla cima più alta del monte, quella che è già più prossima a Betania, che domina dall’alto,
che non a Gerusalemme. Stretti a Lui la Madre, gli apostoli, Lazzaro, i pastori e Marziam. Più in là, a
semicerchio a tenere indietro la folla dei fedeli, gli altri discepoli.
Gesù è in piedi su una larga pietra un poco sporgente, biancheggiante fra l’erba verde di una radura. Il sole lo
investe facendo biancheggiare come neve la sua veste e rilucere come oro i suoi capelli. Gli occhi sfavillano
di una luce divina.
Apre le braccia in un gesto di abbraccio.
Pare voglia stringersi al seno tutte le moltitudini della Terra che il
suo spirito vede rappresentate in quella turba.
La sua indimenticabile, inimitabile voce dà l’ultimo comando:
«Andate! Andate in mio Nome ad
evangelizzare le genti sino agli estremi confini della Terra. Dio sia con voi. Il suo amore vi conforti, la sua
luce vi guidi, la sua pace dimori in voi sino alla vita eterna».
Si trasfigura in bellezza. Bello! Bello come e più che sul Tabor. Cadono tutti in ginocchio adorando. Egli,
mentre già si solleva dalla pietra su cui posa, cerca ancora una volta il volto di sua Madre, e il suo sorriso
raggiunge una potenza che nessuno potrà mai rendere...
è il suo ultimo addio alla Madre.
Sale, sale... Il sole, ancor più libero di baciarlo, ora che nessuna fronda anche lieve intercetta il cammino ai
suoi raggi, colpisce dei suoi fulgori il Dio-Uomo che ascende col suo Corpo Ss. al Cielo, e ne svela le Piaghe
gloriose che splendono come rubini vivi.
Il resto è un perlaceo ridere di luce.
è veramente la Luce che si
manifesta per ciò che è, in quest’ultimo istante come nella notte natalizia.
Sfavilla il Creato della luce del
Cristo che ascende.
Luce che supera quella del sole. Luce sovrumana e beatissima. Luce che scende dal
Cielo incontro alla Luce che sale... E Gesù Cristo, il Verbo di Dio, dispare alla vista degli uomini in questo
oceano di splendori...
In terra due unici rumori nel silenzio profondo della folla estatica:
il grido di Maria quando Egli scompare:
«Gesù!»,
e il pianto di Isacco.
Gli altri sono ammutoliti di religioso stupore, e restano là, come in attesa,
finché due luci angeliche candidissime, in forma mortale, appaiono dicendo le parole riportate nel capo
primo degli Atti Apostolici.