Gesù è ora in piedi, direi anzi che è alzato da terra, perchè fra lui e il verde del prato vi è come un vaporare di
luce, uno spazio dato unicamente da una luce sul quale pare Egli si erga.
Gesù sta col Volto alzato verso il cielo e sorride ad una sua visione che lo sublima.
Gli apostoli ne hanno quasi paura e lo chiamano, perchè non pare più a loro che sia il loro Maestro tanto è
trasfigurato.
« Maestro, Maestro », chiamano piano ma con ansia. Egli non sente.
«È in estasi », dice Pietro tremante. «Che vedrà mai?».
I tre si sono alzati in piedi. Vorrebbero accostarsi a Gesù, ma non osano.
La luce aumenta ancora per due fiamme che scendono dal cielo e si collocano ai lati di Gesù.
Quando sono
stabilite sul pianoro, il loro velo si apre e ne appaiono due maestosi e luminosi personaggi.
L’uno più
anziano, dallo sguardo acuto e severo e da una lunga barba bipartita.
Dalla sua fronte partono corni di luce
che me lo indicano per Mosè.
L’altro è più giovane, scarno, barbuto e peloso, su per giù come il Battista, al
quale direi assomiglia per statura, magrezza, conformazione e severità.
Mentre la luce di Mosè è candida
come è quella di Gesù, specie nei raggi della fronte, quella che emana Elia è solare, di fiamma viva.
I due Profeti prendono una posa di riverenza davanti al loro Dio Incarnato e, sebbene Questi parli loro con
famigliarità, essi non abbandonano la loro posa riverente.
I tre apostoli cadono a ginocchio tremanti, col volto fra le mani.
Vorrebbero vedere ma hanno paura.
Finalmente Pietro parla:
«Maestro, Maestro. Odimi».
Gesù gira lo sguardo con un sorriso verso il suo Pietro,
che si rinfranca e dice:
«È bello stare qui con Te, Mosè e Elia. Se vuoi facciamo tre tende per Te, per Mosè
e per Elia, e noi stiamo qui a servirti… ».
Gesù lo guarda ancora e sorride più vivamente.
Guarda anche Giovanni e Giacomo. Uno sguardo che li
abbraccia con amore. Anche Mosè e Elia guardano i tre fissamente. I loro occhi balenano. Devono essere
come raggi che penetrano i cuori.
Gli apostoli non osano dire altro.
Intimoriti, tacciono. Sembrano un poco ebbri come chi è sbalordito. Ma
quando un velo che non è nebbia, che non è nuvola, che non è raggio, avvolge e separa i Tre gloriosi dietro
uno schermo ancor più lucido di quello che già li circondava e li nasconde alla vista dei tre, e una Voce
potente e armonica vibra ed empie di sè lo spazio, i tre cadono col volto contro l’erba.